lunedì 31 marzo 2014

LA COOPERATIVA "GELLIA" E LA LOTTA PER IL LAVORO GIOVANILE (una lettera a V. Campo)

Occupazione dell'Ostello: A. Spataro, (T. Lauricella, M. Masone?) e Ilona Laky. Caro Vincenzo, grazie per questa foto che ravviva il ricordo di un'esperienza di lotta esemplare. Insieme ai giovani della cooperativa Gellia (nata nella sezione del Pci di Joppolo Giancaxio , in Corso Umberto e a, a quel tempo, diretta da Filippo Abissi, Amelia Sciascia e altri) abbiamo combattuto, in tutte le sedi, per salvare l'ostello in degrado e dare ai giovani un lavoro e alla città un servizio altamente necessario e qualificante. L'articolo di Giovanni Taglialavoro lo spiega. Ma i cd "potenti" agrigentini (non solo politici), questa stessa città (ogni tanto mi sorge il dubbio se Agrigento sia una città o un piccolo aggregato in cui convivono interessi modesti e inconfessabili) hanno ostacolato, negato (abbandonandoli) a questi giovani un futuro degno. La "Gellia" lottò, eroicamente direi, per se e per Agrigento, per dare al turismo agrigentino un servizio indispensabile e civile. Invece, abbiamo avuto solo case e palazzi abusivi, interi quartieri abusivi. Quella classe dominante ha solo partorito mostri, mostruosità che stanno crollando, trascinando nella rovina i siti più belli, le vestigia più antiche dei greci, dei romani, degli arabi, dei normanni, dei borboni e di tutti gli altri che sono venuti… E se permettete, la Girgenti del popolo, dei contadini, degli artigiani, dei "panneri", dei pastori, delle eroiche donne che hanno animato, per secoli, il "centro storico", il Rabbato, ecc.; l’Agrigento delle chiese morenti. Lo dico per inciso e da non credente: l’agonia della millenaria Cattedrale è davvero il più grave delitto, in corso di svolgimento. Noi passeremo, ma i posteri ci malediranno per avere consentito (passivi o peggio complici) questo scempio. Ancora oggi, quel ceto affaristico comanda attraverso i suoi figli e nipoti e la gente li vota, come se nulla fosse. Peccato! Gli esiti della lotta per salvare l'Ostello della Gioventù furono infelici e me ne dispiaccio. Ma non è per sentirci a posto con la coscienza, se ricordo che io e tanti altri compagni (del Pci e di altre formazioni della piccola ma combattiva sinistra agrigentina) abbiamo lottato, non ci siamo tirati indietro, in questa come in altre occasioni. E, caro Vincenzo, non fu solo un problema di generazione, ma di coscienza e di orizzonti politici, d’ideali, di visioni oniriche che avevamo e che oggi mancano o sono stati barattati per qualche piccolo o grande agio personale. Il silenzio complice, il silenzio miserabile degli ignavi sta uccidendo, lentamente, questa città e questa provincia, questa ns bellissima Isola. Noi non eravamo migliori dei giovani di oggi, ma solo e semplicemente comunisti! Sperando che qualcuno non si offenda per “l’epiteto”. Scusami per lo sfogo, ma questo degrado mi avvilisce. Cari saluti. (Agostino Spataro) 30 marzo 2014

Nessun commento:

Posta un commento